di Eleonora Cozzari
Ci sono visi che parlano e ti raccontano la verità. Basta guardarli dritti. Poi ce ne sono altri che non diresti mai. Quello che muove i loro nervi, da dove prendano la forza, quale battaglia stiano combattendo. Perché l’immagine che rimandano è fuorviante. E allora credi di sapere e invece non conosci niente. Così lei: capelli lunghi e scuri, perle ai lobi delle orecchie, occhi verdi e un sorriso mite. Pensi, è altoatesina starà sulle sue e ci chiacchieri due ore. L’immagine della delicatezza? Alle elementari segava tronchi da sola, per costruirsi una casa sull’albero e ha frequentato un anno di “circo”, tanto la mamma non sapeva come tenerla ferma, l’unica femmina di tre figli che tornava a casa con le ginocchia sbucciate dalle cadute in bicicletta. Si leggono storie per sete di curiosità. Ma si scrivono storie per rendere giustizia a quei visi, a quei nervi tesi e a quelle battaglie che gli occhi da soli non ti avrebbero svelato. Il telefono squilla a Siviglia. Raphaela detta Raffa è in Andalusia per un ciclo di terapie al ginocchio. «Ne ho parlato con Davide (Mazzanti, ndr), gli ho detto: “fammi andare, il prof Moreno è il migliore e io alle Olimpiadi voglio esserci”. Starò qui, poi tornerò a Conegliano per un altro ciclo di terapie e il primo giugno sarò pronta per aggregarmi al gruppo azzurro. Vogliamo questa medaglia».
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