di Eleonora Cozzari

Ognuno ha il suo Brasile: il posto da cui torni e non sei più la persona di prima. Dragan Travica ha la carriera spaccata a metà. C’è un prima Rio e un dopo Rio, nella sua vita. Non so quanto giovani siate, voi che state leggendo. Ma questa storia inizia la sera dell’11 luglio 2015, prima delle finali di World League e se eravate troppo ingenui o distratti o non vi siete mai spiegati fino in fondo il susseguirsi degli eventi, forse troverete una risposta. Ognuno ha il suo Brasile. Quindi potete immaginare che non è mai troppo tardi per chiudere i cerchi. Per prendersi una rivincita o solo per raccontare una storia. Se quella storia ha cambiato il corso della tua vita. Per chi invece se la ricorda benissimo, è chiaro che se stiamo ancora qui a parlare della cacciata di quattro giocatori dell’allora nazionale di Mauro Berruto, è perché oggi quello che ha pagato il conto più salato – e su questo non c’è dubbio – sta per indossare la maglia della Sir Perugia. Alla soglia dei 34 anni. Dopo che una notte è bastata per farlo passare da capitano della nazionale italiana a giocatore da emarginare.

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