di Giorgio Marota

Rock come la musica, rock come la “roccia”, ma anche come la voglia di andare oltre le apparenze e vivere al massimo. La cosa più “rock” che avete visto su un campo di pallavolo nella stagione 2021-22 è “rock” quasi di nome… ma sicuramente di fatto. Si chiama Rok – appunto – e fa Mozic di cognome, gioca a Verona e all’esordio in Superlega si è imposto subito come miglior realizzatore della regular season. Rok gioca “rock” nel senso che diverte, appassiona, coinvolge, trascina e al tempo stesso carica, anche se il rapporto con la musica per lui è sempre stato un po’ complicato («da bambino cantavo, ma non mi piaceva molto»). Mentre quello con la pallavolo è stato strabiliante fin dal principio e in Italia ha trovato la sua sublimazione nei numeri: 466 punti realizzati in campionato (meglio di Abdel-Aziz, Leon, Weber, Dzavoronok, Ngapeth e compagnia “cantante”) grazie a un mix di intelligenza, sana strafottenza e strapotere fisico. Lo schiacciatore di Maribor, 20 anni compiuti a gennaio, è stato una tassa da pagare per gli avversari, anche grazie a una mentalità da grande atleta costruita nel tempo grazie agli insegnamenti di papà Peter e mamma Mojica, entrambi ex pallavolisti di alto livello. I 466 palloni messi a terra in 91 set giocati, inclusi i 37 muri vincenti e i 25 ace con una media di 5,2 punti a set e 166 break point, sono stati la naturale prosecuzione di un’estate da incorniciare per lui, dopo l’Europeo Under 20 di beach volley vinto a luglio insieme al collega Bracko, l’ottima VNL giocata con la nazionale slovena e la medaglia d’argento agli Europei.
Mozic è atterrato sui taraflex italiani come un extraterrestre (“ha potenziale ma deve farne di strada…” si diceva di lui) e dopo 10 mesi le difese avversarie non sono ancora riuscite a prendergli le misure. Dicono che diventerà uno degli schiacciatori più forti al mondo e che il suo futuro guardi già oltre Verona. Un anno fa aveva tante offerte, «ma ha capito cosa avrebbe trovato qui, cosa gli sarebbe servito per crescere e diventare più forte» ha dichiarato di recente il presidente Stefano Fanini. E il martello sloveno non ha soltanto accettato la sfida gialloblù – dicendo “no” a Perugia l‘estate scorsa, visto che in Umbria non avrebbe giocato titolare – ma da poche settimane ha persino rinnovato il contratto fino al 2025 con la società veneta. Con quali obiettivi? Lo spiega lui stesso. «Credo molto nel progetto. Tre anni davanti sono tanti, ma io qui mi trovo veramente bene. Il club mi rende felice e ringrazierò sempre il coach per l’opportunità che mi ha dato. Voglio restare a lungo, sono molto giovane e posso crescere ancora. Perugia e Lube sono le migliori, ma lotteremo per raggiungerle. Mi piacerebbe vincere il titolo, so che non è facile ma in futuro vorrei portare lo scudetto a Verona».

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