di Giorgio Marota
Si diventa campioni nello sport un dettaglio alla volta. Con la pazienza dei forti e l’intelligenza nel comprendere che a ogni aspetto trascurato corrisponde un passo indietro nel percorso di crescita. Giulio Pinali l’ha capito dai primi approcci in Superlega, quando poco più che maggiorenne, senza aver preso ancora la patente, è entrato per la prima volta in punta dei piedi nel “tempio del volley”: al palazzetto di Modena vedeva i più forti allenarsi al doppio dell’intensità, chiedendosi quale fosse il segreto di tanta abnegazione. Giulio è un ragazzo che sorprende per diverse qualità, una in particolare: a differenza di altri giovani, non ha mai avuto un idolo ma tanti esempi da seguire. «Ogni giocatore ha una particolarità che lo rende speciale – ci racconta, spiegando una teoria che sembra funzionare alla perfezione – io quelli bravi non smetterò mai di guardarli perché so di poter imparare da tutti loro, ogni giorno della mia vita. Lo faccio fin da quando giocavo nelle giovanili e continuo a farlo oggi che sono titolare in una squadra di Superlega».
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