di Antonino Palumbo
La regina delle Farfalle è tornata. A dieci anni dal triplete e a due dal “caso” sollevato dalla sua gravidanza e dal conseguente arrivederci all’Italia, la palleggiatrice statunitense Carli Lloyd si è legata nuovamente alla UYBA Busto Arsizio. Obiettivo: dimostrare a se stessa e ai tanti, troppi che sostengono il contrario, che è possibile coniugare l’attività agonistica ad alti livelli con gli impegni di mamma. Non è facile, come non lo è la strada che porta a maggiori tutele per le atlete costrette a scegliere fra lavoro e maternità. «Senza donne il mondo non esisterebbe. E i figli sono doni: andiamo sostenute, non licenziate». Se l’addio a Busto, dieci anni fa, era stato “burrascoso”, il ritorno è stato accolto in maniera entusiasta dall’ambiente. Un entusiasmo e una gioia reciproci. Rinfrancata dal ritorno in campo negli States con Athletes Unlimited, a otto mesi dalla gravidanza, Carli sta cercando di tornare ai suoi massimi livelli, bilanciando gli impegni professionali con quelli di mamma. E per ora si promuove con riserva, com’è comprensibile per un’atleta che ha sempre preteso tantissimo da se stessa: non si vincono del resto, uno scudetto e una coppa nazionale in Italia, tre supercoppe (anche in Turchia e Brasile), una Champions League e una Coppa Cev, oltre alla Nations League 2018 se non si lavora alzando quotidianamente l’asticella. «Com’è stato tornare a Busto? Per ora con alti e bassi, perché io mi metto pressione da sola e il mio obiettivo è quello di essere sempre al top. Perciò, avverto quei momenti in cui penso di non essere al livello che vorrei. Per fortuna, però, arde in me una grande passione per questo gioco, trovo sempre bellissimo andare in palestra e questo è fondamentale» racconta Carli, in un italiano quasi perfetto, da fare invidia a parecchi di quegli hater che la insultarono dopo la notizia della sua gravidanza, nella precedente esperienza con Casalmaggiore.
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