di Eleonora Cozzari

In Italia ci sono 26674 allenatori di pallavolo: 16537 sono uomini e 10137 donne. Non è parità aritmetica, ma ci va abbastanza vicino. Eppure, nelle squadre di vertice, non ci sono prime allenatrici donne. Non è che siano poche, una minoranza, una piccola eccellenza. Proprio non ce ne sono. Zero. Perché? Questa inchiesta nasce il giorno in cui, per caso, mi imbatto in una discussione su Facebook. Il tema recitava più o meno così: perché la nazionale femminile non è allenata da una donna? Telegrafica parentesi: la provocazione di questo utente – o per meglio dire la sua legittima domanda – non c’entra con la figura di Davide Mazzanti. Fine della parentesi e torniamo al punto. La legittima domanda noto immediatamente che genera illustri commenti. Tutti di uomini, ovviamente. E la loro risposta spazia da: “i maschi subordinano la famiglia alla carriera” a “la nostra vita ci porta lontano dalle famiglie e per una donna è più complicato”.
Poi si arriva al punto: “ci sono molte allenatrici donne in serie B, prima di parlare magari bisogna conoscere le motivazioni” perché “la pallavolo non è un ambiente maschilista, ai maschi la panchina mica gliela regalano”. Benissimo. Diamo voce a queste allenatrici. Ma quali? Perché in Serie A femminile e in Superlega maschile non ce n’è nessuna. Allora proviamo in A2. Niente, nemmeno lì. Nel campionato maschile ma neanche nella seconda categoria femminile. La figura di spicco in questa prateria di uomini è Serena Avi seconda allenatrice nella Trentino rosa. Non faccio in tempo a comporre il numero di telefono che Serena non compare più in organigramma. Non è possibile. «Eh sì. Erano undici anni che lavoravo per la Trentino, dalla serie B alla serie A facendo anche da team manager, ma quest’anno Matteo Bertini (il primo allenatore, ndr) ha deciso che in panchina, al mio posto, doveva andare l’assistente appena arrivato che si era scelto personalmente. Ovviamente ho protestato ma lui (Bertini è il secondo
di Mazzanti in nazionale, fra l’altro ndr) ha minacciato di andarsene». Così a fare le valigie è stata lei. Peccato, sarebbe bastato così poco: far diventare Serena Avi primo allenatore. «Io ho anche un altro lavoro ma nessuno me lo ha mai chiesto, qualche settimana dopo mi sono confrontata con la presidenza, ma tornare indietro ora non si può. La verità è che non siamo prese in considerazione come primi allenatori, non ci pensano proprio ad una donna».

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