di Gian Luca Pasini

Sì la vita è strana lo sa bene Daniele Santarelli che negli ultimi tre mesi è diventato due volte campione iridato e la sua esistenza è entrata in un vortice. Prima ha riportato la Serbia sul tetto del mondo (battendo il Brasile in Olanda) e poi ha fatto lo stesso, in Turchia, con la sua Imoco Conegliano (schiantando il Vakif di Guidetti ed Egonu): successi che hanno accelerato o provocato il terremoto delle panchine, con Daniele Santarelli finito in Turchia e Giovanni Guidetti che prende il suo posto alla guida della Serbia, appunto campione iridata per due volte di fila. «È stata una situazione particolare, credo che si tratti di uno stravolgimento anche dal punto di vista tecnico. Sono stato a lungo indeciso su cosa dovessi fare. Pensando a tutto quello che c’era sul tavolo da una parte e dall’altra – racconta Santarelli dopo aver iniziato l’anno con una faraonica e imponente presentazione ufficiale avvenuta in Turchia, davanti a tutte le autorità -. Ho detto che non avrei accettato un contratto di soli due anni (ne ha uno 2+4, ndr), ma forse non me lo avrebbero neppure proposto loro. Io credo che questa sia una squadra che ha una grande prospettiva, con ragazze nate fra il 1997 e il 2000. Faremo di tutto per vincere subito, come è normale che sia, ma è certo che nell’immediato ci sono squadre molto più attrezzate di noi. Lo so io, ma lo sa anche la Federazione. Anzi, siccome avevo sentito diverse voci su quelle che fossero le vere intenzioni ho voluto fare una domanda diretta al presidente, Akif Üstündağ, su quale considerasse la forza di questa squadra. E lui mi ha risposto molto francamente: “Io conoscono bene i limiti della nostra nazionale, ma quello che voglio è che la squadra provi a vincere contro chiunque, sì. Come ha fatto la Serbia con noi quest’anno, anche quando non era al completo e mancavano delle giocatrici. Ci ha provato ogni volta”».

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