Argento mondiale, oro europeo e un pass per i Giochi di Tokyo già in tasca. Lia Malinov ha salde in mano le chiavi di una nazionale capace di stupire e di rinascere dopo momenti difficili. E che non smette di sognare in grande. «Abbiamo pensato troppo che la semifinale con la Serbia fosse la rivincita della finale mondiale e abbiamo speso tante energie già prima di scendere in campo. Contro la Polonia invece abbiamo fatto qualcosa di importante»
di Eleonora Cozzari
Una treccia a raccogliere i capelli lunghi e ricci, viso da bambolina, le perle alle orecchie. Le perle. A 23 anni. Anche quando gioca. A guardarla pensi sia la prima ballerina del Bolshoi. Invece Ofelia Malinov non poteva che trovarsi dov’è. In un campo da pallavolo, a innescare il gioco rapido e folle che ha fatto innamorare l’Italia di questa nuova generazione di donne. Competitiva e ostinata, la prima cosa che dice quando iniziamo sul serio questa chiacchierata è: «Abbiamo vinto un argento mondiale l’anno scorso, un bronzo europeo quest’anno… se il prossimo arriva l’oro olimpico possiamo perdonarci la partita con la Serbia». Comunque la pensiate sul risultato del torneo femminile, se la volete sapere tutta siete nel posto giusto.
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