di Giorgio Marota
«Non posso dire qual è il mio sogno più grande, perché ora i sogni sono diventati obiettivi. E quello principale è vincere ai massimi livelli». Wassim Ben Tara ha il fuoco dentro. La sua è una fiamma che arde costantemente e alla Sir promette di non farla spegnere mai, evitando che l’entusiasmo generatosi attorno alla squadra di Lorenzetti in questo inizio di stagione finisca per bruciare in fretta, come accadde un anno fa. La versione 2022-23 di Perugia è probabilmente irripetibile, e c’è del buono in questo: del resto, una squadra capace di vincere 22 partite su 22 nella regular season e poi di abbandonare i playoff scudetto già ai quarti di finale rappresenta un unicum nella storia della pallavolo italiana. Rispetto alla stagione passata, l’unica vera novità nel sestetto base è proprio quella rappresentata dall’opposto tunisino, arrivato dalla Plusliga polacca dove per tre stagioni ha dominato con la maglia dello Stal Nysa. Classe ’96, 204 cm di altezza, Ben Tara è il tipico globetrotter che non conosce confini linguistici e culturali: padre tunisino, madre polacca, parla anche italiano, arabo e francese grazie ai suoi trascorsi con il Lione, lo Chamount e l’Ajaccio. Perugia non è stata la sola squadra a cercarlo in un’estate rovente di trattative. «Ho ricevuto alcune chiamate da un paio di squadre italiane, ma ho scelto la Sir».
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