di Eleonora Cozzari
foto Tarantini/Fipav
Sarà per il quarto anno alla guida del Club Italia femminile ma lui non smette di entusiasmarsi. Massimo Bellano (oro all’Europeo Under 19 nel 2018 e argento al Mondiale Under 20 nel 2019) ha un compito delicatissimo: insegnare a delle giovani promesse a diventare atlete professioniste. Accompagnarle, incoraggiarle, aiutarle a rialzarsi. Il Club Italia femminile, di base al Centro Pavesi di Milano, è tornato ad allenarsi e si è rimesso in moto per l’inizio del campionato di A2. Il gruppo è quello dello scorso anno. Unica eccezione, l’uscita di Omoruyi Loveth, che da quest’anno fa parte del roster di Conegliano, in A1. «Teoricamente il ciclo sarebbe dovuto terminare nel 2021, ma lei era pronta per fare il salto. Era al Club Italia già da tre anni». Poi ci sono degli innesti. «Abbiamo inserito delle altre ragazze, sempre giovanissime, per dare continuità al progetto. Perché la peculiarità di questo gruppo è che non ci sono fuori quota. Quindi non hanno supporti o ragazze con più esperienza in squadra. Solo juniores o pre juniores. Parliamo di ragazze nate dal 2002 al 2004. Questo è affascinante perché se riusciranno a superare gli ostacoli ed essere intraprendenti al punto giusto, impareranno molto. Poi il prossimo anno alcune di loro saranno pronte per andare nei club di A1 o A2 e dare seguito al loro percorso. C’è sempre chi mi chiede i nomi delle ragazze più promettenti. Ma non ci sono. Mi spiego: ognuna di loro è qui perché crediamo che possa dare un contributo, la Federazione investe e crede molto nel Club Italia. Se pensassimo che alcune hanno meno probabilità di altre non sarebbero qui. Nessuna fa da contorno. Dobbiamo rispettare i loro tempi, se mai. Il compito delle atlete, una volta terminato il percorso, sarà invece quello di capire dove possono essere valorizzare e diventare protagoniste. Il che non significa giocare subito titolari in A1 tutte le partite, ma fare passi avanti. Devono avere un ruolo preciso, non essere coreografie. Perciò devono essere brave a fare le loro scelte, imparare dalle compagne più esperte ma ritagliarsi degli spazi».
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