Lo Sfera mandala è oggi l’unico strumento che esiste per valutare le componenti mentali di un atleta

di Daniela Gioria

Quando parliamo di psicologia dello sport e coaching parliamo di strumenti per migliorare la performance dal punto di vista mentale. Ma come si misura una performance? Ci sono vari modi di verificare l’efficacia della prestazione dell’atleta attraverso i risultati, le analisi delle partite, le percentuali di efficacia, ma un sistema di misurazione specifico delle componenti mentali non c’era fino alla creazione del metodo S.f.e.r.a. da parte del dottor Giuseppe Vercelli. Ad oggi l’unico strumento che esiste per misurare la prestazione sportiva in termini di abilità mentali è lo Sfera mandala.

Cos’è lo Sfera mandala?

La Sfera mandala si divide in cinque aree:
– Sincronia
– Punti di Forza
– Energia
– Ritmo
– Attivazione

Ogni area rappresenta un tipo di abilità mentale che l’atleta può quantificare sulla base della propria auto-percezione. In una prima fase si chiede all’atleta di pensare ad alcune prestazioni passate (qualunque, lavorativa, sportiva, scolastica) non ottimali: deve trattarsi di prestazioni specifiche e che l’atleta ricordi molto bene. Dopo una breve spiegazione di ciascuna abilità, si chiederà al giocatore di auto valutarsi rispetto a ciascuno di essi, dandosi un voto compreso tra 1 e 5.

Gli Sfera mandala che emergono rappresenteranno quindi la situazione di partenza dell’atleta, il punto da cui intraprendere un percorso di allenamento mentale iniziando dalle aree in cui si è mostrato carente. In una seconda fase si chiede all’atleta di compilare lo strumento dopo ogni sua prestazione, per permettergli di raggiungere una sempre maggiore consapevolezza rispetto al suo funzionamento e di verificare nel tempo sia i suoi miglioramenti derivanti dal protocollo individuale di allenamento mentale, sia i fattori sui quali continuare maggiormente a lavorare.

Rivediamo nello specifico quali sono le abilità mentali che possiamo misurare con Sfera:
Sincronia: è la capacità di focalizzarsi sul presente, senza divagazioni in un ipotetico futuro o in ricordi del passato, dunque rimanendo concentrati nel qui e ora, prestando massima attenzione alle sensazioni che ci rimanda il nostro corpo e all’ambiente intorno a noi. Caratteristica della Sincronia è la massima connessione fra mente, corpo e ambiente. È facile riconoscere quando non sei in Sincronia perché puoi notare come la tua mente sia distratta da pensieri che non riguardano il momento specifico che stai vivendo, ma da qualcosa che è già accaduto o che dovrà accadere.
Nello spazio che si genera fra mente e ambiente interno ed esterno, in quanto non connessi, l’ansia fa da padrona: in situazioni potenzialmente ansiogene, dove è in atto una competizione, i momenti che la mente va ad anticipare o ricordare sono tendenzialmente negativi.
In questa condizione la normale attivazione fisiologica, caratterizzata da aumento del battito cardiaco, della frequenza respiratoria, della sudorazione, viene letta come avvertimento di una situazione pericolosa, proprio per la mancanza di un ancoraggio alla situazione presente. Tale lettura non va che ad aumentare la risposta fisiologica di paura, innescando un circolo vizioso ed estremamente pericoloso per una buona prestazione.

Punti di forza: rappresenta l’insieme delle nostre capacità fisiche, tecniche, tattiche e mentali. Fondamentale è la percezione che abbiamo relativamente alle nostre abilità, l’immagine mentale che ci siamo creati rispetto alla nostra capacità di eseguire un compito, in breve la nostra percezione di autoefficacia. Padroneggiare tale fattore significa ricordarsi, durante i momenti prima della competizione e durante la sfida stessa, di tutte le cose che si è assolutamente certi di possedere e che si sa ci supporteranno durante la prestazione. La situazione opposta si genera quando si porta l’attenzione a ciò che non si sa fare o a ciò che gli altri sanno fare meglio di noi, dimenticandoci delle proprie capacità. Ovviamente è importante dedicare attenzione anche ai nostri punti deboli, per conoscerli e lavorare per migliorarli, ma nel momento dedicato a questo: durante le fasi di allenamento. In gara è importante sentirsi potenti e capaci di quanto si andrà a fare, consapevoli delle proprie abilità e puntando esclusivamente su queste. È chiaro che l’atteggiamento mentale nei confronti delle nostre potenzialità diventa la chiave di volta per volgerle in realtà, per esprimerle pienamente.

Energia: è l’uso attivo della forza e della potenza. È un momento dell’atto operativo e rappresenta la potenza dell’organismo nell’aumento dell’azione vitale di una parte del corpo. In base alla valutazione della situazione in cui ci si trova, viene dosato il giusto impiego dell’energia: è fondamentale riconoscere il quantitativo di energia richiesto e modularlo lungo la prestazione al fine di non trovarsi improvvisamente senza le energie necessarie, o addirittura accusare troppa stanchezza per proseguire. Regolare l’utilizzo dell’energia non è un’operazione relegata solo al momento della prestazione, ma anche prima, in modo da non arrivare in gara senza la forza necessaria, perché dispersa in cose inutili ai fini della performance oppure, al contrario, perché non ancora attivata. Gestire bene l’energia significa controllare solo le cose che dipendono strettamente da noi, lasciando perdere tutto ciò che non è direttamente sotto la nostra responsabilità. Questo atteggiamento favorisce una corretta gestione dell’energia mentale.

Ritmo: Il ritmo è l’ordinata successione degli intervalli di tempo, ciò che genera il giusto flusso nella sequenza dei movimenti. Mentre con l’energia siamo nella dimensione della quantità, chi è dominato dall’energia appare infatti come potente ed esplosivo nei movimenti, con il ritmo siamo nella dimensione della qualità: chi è dominato dal ritmo viene percepito come elegante. Ogni evento in natura è regolato da un ritmo, da una certa ciclicità, da una certa cadenza. Riconoscere il proprio ritmo, assecondarlo, sincronizzarlo col mondo intorno, trovarne uno comune quando si lavora in team è una delle abilità alla base della nostra intelligenza agonistica. Il ritmo è quanto ci permette di recuperare il nostro contatto col mondo, di ricreare il legame uomo-natura che la logica razionale spesso ci fa perdere: il rapporto col mondo è ascolto di un ritmo. Trovare il ritmo giusto colora le nostre azioni di armonia, rendendo fluido, libero, sciolto, leggero ogni nostro comportamento; come un’oscillazione che si propaga nell’infinito, non c’è fatica, non c’è sforzo, ma libero fluire, in cui diviene semplice ascoltare e facile intuire; tutto avviene in maniera spontanea e pressoché
inconscia, in una danza armoniosa col mondo interno ed esterno.

Attivazione: si riferisce al momento in cui le risorse psico-fisiologiche dell’individuo si rendono pronte all’uso, passano cioè da uno stato di quiete-potenzialità a uno di attivazione in cui divengono disponibili ad essere impiegate. Cosa determina questo passaggio se non il piacere, il divertimento, la voglia di fare quello che si sta facendo? La motivazione è alla base di questo fattore, è ciò che ti porta a scendere in gara e a competere con i tuoi avversari. Non c’è attivazione tutte le volte che non si ha voglia di essere lì, quando non si riesce a darsi la giusta motivazione e alla fine si gareggia senza sorriso, indipendentemente dal risultato finale.
La motivazione è proporzionale allo stimolo dell’obiettivo preposto: se la meta perde di significato per il soggetto (o per il team in caso di lavoro d’equipe), sarà più arduo e difficoltoso per lui impegnarsi per conseguirla. Essa non è costante ma varia nel tempo in base a diversi fattori. Si rende necessario dunque trovare sempre nuovi stimoli anche all’interno di uno stesso progetto, oppure rivedere e ribaltare i propri obiettivi. È importante dunque saper ruotare intorno alla situazione presa in esame, vederla con occhi nuovi, da diversi punti di osservazione, per trovare nuovi significati e re-incorniciare, dare nuova veste, raggiungere altre consapevolezze.

Grazie allo strumento Sfera mandala è possibile valutare la prestazione specifica dell’atleta e misurare i progressi ottenuti attraverso l’allenamento mentale.

Libri:
“Vincere con la mente” Giuseppe Vercelli
“Intelligenza Agonistica” Giuseppe Vercelli
“Manuale di Psicologia dello sport” unità operativa SUISM Università di Torino

Sito: www.gioriadaniela.wixsite.com/strategica-mente
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