di Stefano Michelini

Una stagione di vittorie senza precedenti. La pallavolo azzurra si è presa il mondo e l’Europa salendo ripetutamente sul gradino più alto del podio, con le nazionali di De Giorgi e Mazzanti ma anche a livello giovanile. Una stagione impossibile da immaginare nella sua grandezza, che anche il Coni e il presidente Giovanni Malagò, hanno voluto celebrare. Lo hanno fatto, come ultimo atto, con la consegna del Collare d’Oro alla nazionale maschile campione del mondo, ma anche attraverso la costante vicinanza che il numero uno del Comitato Olimpico Nazionale ha da sempre dimostrato verso la Fipav e il presidente Giuseppe Manfredi. E non è un caso che Malagò abbia voluto accogliere direttamente a Fiumicino Simone Giannelli e gli altri azzurri al rientro dalla Polonia e sia stato al loro fianco anche nel momento dell’incontro con le massime istituzioni dello Stato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quello del Consiglio dei Ministri Mario Draghi. È un rapporto di fiducia e collaborazione quello che lega il Coni all’intero movimento della pallavolo, da decenni sempre presente ai Giochi estivi e ancora a caccia di quell’oro olimpico fin qui soltanto sfiorato. Ed è proprio a fine 2022, dopo la straordinaria annata che il volley azzurro si sta lasciando alle spalle, che il presidente Malagò traccia un suo bilancio, percorrendo anche le strade del cambiamento che lo sport, non soltanto la pallavolo, ha imboccato.

Presidente, la pallavolo italiana maschile è tornata sul tetto del mondo dopo 24 anni. Che peso specifico ha questa impresa per lo sport italiano?
«La pallavolo ci ha regalato un anno strepitoso, l’oro Mondiale maschile è l’apice di un percorso entusiasmante e ha un enorme peso specifico considerando l’incidenza che ha a livello popolare, il numero di praticanti, la capacità di saper incentivare l’avvicinamento dei giovani alla disciplina. Oltre allo sconfinato valore agonistico ci sono ricadute benefiche inimmaginabili, di cui siamo ovviamente orgogliosi».

Il caso Paola Egonu ha catalizzato l’attenzione nei giorni finali del Mondiale, che idea si è fatto?
«Ho condiviso da subito la linea espressa dal presidente Manfredi e dalla Federazione, esprimendo, a nome dell’intero sport italiano, la mia vicinanza a Paola. È una campionessa e un punto di riferimento indiscutibile per il movimento, certi comportamenti sono ovviamente inqualificabili e vanno censurati senza attenuanti. L’ho invitata a smaltire la rabbia nel meritato periodo di riposo e a concentrarsi sul futuro: sono convinto che sarà ancora più forte e motivata».

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