di Piergiorgio Ferrari
Il sitting volley è una disciplina in costante crescita e sulla quale sale il livello di attenzione degli appassionati anno dopo anno. Anche questa stagione ha riservato diversi elementi di positività per il futuro del movimento sia a livello organizzativo, sia a livello tecnico. La più grande novità sotto il profilo tecnico è rappresentata dall’importante arrivo di Alireza Moameri alla guida della nazionale maschile: un investimento importante da parte della Fipav, che ha deciso di puntare su un uomo di grande esperienza internazionale per provare a far fare il salto di qualità alla squadra azzurra. «L’obiettivo è quello di replicare gli ottimi risultati prodotti dalla nazionale femminile – spiega il referente sitting volley Guido Pasciari – Alireza è un allenatore di grande esperienza e ha un metodo di lavoro caratterizzato da costanza e alta intensità negli allenamenti. È stato accolto alla grande da tutti i giocatori che hanno manifestato il proprio entusiasmo ad ogni sessione di allenamento, è una figura che compatta il gruppo, una scelta che secondo noi si rivelerà azzeccata». Azzeccata, anzi azzeccatissima, invece, è stata quella che ha portato ormai diversi anni fa Amauri Ribeiro alla guida della formazione femminile, che è entrata nella fase di preparazione dell’evento clou della stagione 2022, i Campionati mondiali. «Amauri è una vera e propria garanzia – continua Pasciari – ha un approccio totalmente diverso nella gestione rispetto ad Alireza ma proprio per questo sarà interessante capire come due grandi professionisti riescano a raggiungere ottimi risultati con metodi anche molto differenti tra loro. Con lui c’è un’intesa molto forte e un impegno progettuale di lungo periodo. Per questa stagione dobbiamo essere positivi, ormai ci siamo guadagnati lo status di chi non può più essere considerato una sorpresa, dunque, dovremo rispettare le aspettative e la squadra proverà sicuramente a farlo». Scelte che sottolineano l’impegno nella promozione di questa disciplina che, tuttavia, a volte si scontra con la dimensione quasi del tutto amatoriale di questo sport. «Alireza ci chiede di poter effettuare periodi di allenamento più lunghi – spiega Pasciari – per accelerare il percorso di crescita. Noi vorremmo poter fare qualcosa in più ma a volte il tempo è limitato dagli impegni personali che, giustamente, ciascuno degli atleti ha nella propria vita lavorativa. In questo senso, stiamo cercando una soluzione al problema con un dialogo costante con le istituzioni, sportive e non, che preveda la possibilità per gli atleti delle nazionali di giustificare le proprie assenze dal lavoro senza richiedere ferie. Siamo fiduciosi che troveremo una quadra nel prossimo futuro per poter far fare il definitivo salto di qualità a questa disciplina».
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