di Enrico Spada
La rimonta di Varenhorst e Van de Velde nella finale che valeva il terzo posto alle World Tour Finals di Cagliari, l’attacco in diagonale che ha chiuso il tie break e regalato il terzo gradino del podio agli olandesi, ha un significato molto più ampio di un podio mancato per Daniele Lupo e Paolo Nicolai. È la fine di una avventura bellissima, che è durata dieci anni e che ha cambiato la storia del beach volley italiano. “Lupo-Nicolai” non esiste più: la coppia che ha fatto sognare gli appassionati italiani, li ha fatti sussultare sulle poltrone di casa o sull’acciaio infuocato di una tribuna in giro per il mondo, che per prima in Italia ha vinto un torneo di massimo livello del World Tour, è salita sul secondo gradino del podio di un torneo olimpico, ha vinto per tre volte il titolo europeo, ha deciso di sciogliersi ed entrambi i protagonisti di questa avventura proseguiranno con altri compagni la loro strada sulle sabbie del circuito mondiale. L’atmosfera che si è respirata a Cagliari, durante il torneo che ha chiuso la stagione olimpica, vinto, tanto per cambiare, dai campioni a cinque cerchi norvegesi Mol-Sorum in finale contro i pupilli di Andrea Tomatis, i cechi Perusic-Schweiner, aveva solo un sottile velo di tristezza, quasi fosse nel corso naturale degli eventi questo addio, già preannunciato da qualche settimana e confermato da Federazione e diretti interessati qualche giorno dopo le World Tour Finals. «È stato un viaggio bellissimo – commenta Paolo Nicolai – con Daniele abbiamo fatto un bel pezzo di strada, abbiamo condiviso dieci anni di lavoro e anche di vita, rifarei tutto quello che ho fatto, anche perché ci siamo presi grandi soddisfazioni assieme. Non c’è stato secondo me un elemento scatenante che ha portato alla divisione. Dal mio punto di vista c’era bisogno di provare una sfida nuova, di rinunciare ad uno status quo che magari avrei rischiato di proseguire non al massimo delle mie potenzialità. Credo che sarebbe successa la stessa cosa anche se i Giochi si fossero disputati nel 2020, ma non ho la riprova. So che questo era il momento giusto».
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