di Enrico Spada

Ha comprato casa a Roma e l’ha ristrutturata con le sue mani, ha fatto tutte quelle cose che di solito un professionista del beach volley, impegnato 365 giorni l’anno, sulla sabbia di mezzo mondo, non riesce a fare, ha allentato e aumentato i ritmi senza mai andare fuori giri, come ogni tanto gli è capitato di fare in carriera a causa soprattutto di malaugurati infortuni, ma soprattutto ha aspettato, o meglio… ha saputo aspettare. Alex Ranghieri non vuole sentire parlare di “ultimo treno che passa” o, espressione più consona alla sua attività, “ultima spiaggia”. «Io sono il macchinista, il treno l’ho sempre guidato io, sia nei momenti di gioia che nei periodi bui e continuo ad essere al volante, oggi con qualche prospettiva in più».
Ha saputo aspettare ed ha ricevuto la chiamata di Daniele Lupo dopo un’estate non semplice, costellata però di eventi interessanti, come il commento dei Giochi Olimpici per Discovery+, in cui ha messo in mostra doti oratorie particolarmente apprezzabili, oppure il cammino sulla sabbia a fianco di un ragazzo di talento come Marco Viscovich, in quella che potrebbe diventare la sua vocazione futura. «Mi piace mettere a disposizione la mia esperienza di 34enne ai giovani che hanno voglia di intraprendere un percorso serio sulla sabbia. Il mondo è pieno di giocatori un po’ avanti con gli anni che prendono sotto la loro ala ragazzi vogliosi di emergere e spero di avere aiutato Marco a crescere e a volare con le sue ali».

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