I valori trasmessi dalla famiglia, la voglia di arrivare con la pallavolo più in alto possibile ma anche di studiare e costruirsi un futuro. Daniele Lavia si è conquistato i primi spazi in nazionale e nella sua seconda stagione a Ravenna e in Superlega è pronto a fare di tutto per convincere Blengini a portarlo a Tokyo
di Eleonora Cozzari
È della generazione di Cantagalli, Recine e Gardini. Figli. Solo che suo padre non ha mai giocato in nazionale. Fa il consulente del lavoro. Eppure, racconta, ai suoi genitori deve moltissimo. L’educazione “importante” (dice proprio così), la passione per lo sport, i suoi studi universitari. Daniele Lavia è partito da Rossano Calabro e a mano a mano si è conquistato il diritto a essere il futuro posto quattro della nazionale italiana. A suon di parallele ben assestate, peraltro. Classe 1999, vent’anni compiuti il giorno che si è messo in posa per il servizio fotografico (il che la dice lunga sul suo carattere), Daniele quest’estate ha indossato per la prima volta la maglia della seniores e sembra non avere alcuna intenzione di togliersela.
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